(Roma 04 gennaio 2021). L’Arabia Saudita ha deciso di riaprire il suo spazio aereo e le sue frontiere terrestri e marittime al Qatar. Lo ha annunciato, lunedì 4 gennaio, il Ministero degli Esteri del Kuwait, che ha a lungo mediato nella disputa del Golfo, e la notizia è stata immediatamente riportata dall’agenzia di stampa statale Kuwait News.
Il 5 giugno 2017, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (UAE) e Bahrain hanno imposto sul Qatar un embargo diplomatico, economico e logistico. La decisione è nata in seguito alle accuse rivolte a Doha per via del suo presunto sostegno e finanziamento di gruppi terroristici, tra cui Hamas ed Hezbollah, e dell’appoggio all’Iran, principale rivale di Riad nella regione. Da quel momento, i quattro Paesi hanno chiuso i loro confini marittimi, terrestri e aerei con il Qatar. Doha ha ripetutamente negato le accuse nei suoi confronti e ha più volte affermato che non vi era “alcuna giustificazione legittima” per la rottura dei rapporti.
“Questa decisione è molto significativa nel senso che apre la strada all’annuncio ufficiale”, ha riferito Jamal al-Shayyal, corrispondente di Al Jazeera, commentando la notizia della riapertura delle frontiere. “Una delle convinzioni del governo qatariota era che non avesse senso discutere o firmare un accordo fino a quando sarebbe rimasto un blocco ingiusto e illegale sul suo Paese”, ha aggiunto il giornalista.
Sia i confini terrestri e marittimi sia lo spazio aereo tra Arabia Saudita e Qatar dovrebbero riaprirsi nella notte di lunedì 4 gennaio. “Sulla base della proposta dello sceicco Nawaf, governatore del Kuwait, è stato deciso di aprire lo spazio aereo e le frontiere terrestri e marittime, tra il Regno dell’Arabia Saudita e lo Stato del Qatar, a partire da questa sera”, ha detto il ministro degli Esteri del Kuwait, Ahmad Nasser al Mohammed al Sabah, alla tv di stato. L’annuncio arriva alla vigilia del 41 ° vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) che si terrà domani, martedì 5 gennaio, nella città di Al Ula, nel governatorato di Medina, in Arabia Saudita. L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, ha ricevuto, da parte del re saudita Salman bin Abdulaziz al Saud, un invito formale al vertice, che vedrà la partecipazione delle sei nazioni del Consiglio di cooperazione, ovvero Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, Bahrein, Kuwait e Qatar.
A dicembre, l’Arabia Saudita ha ribadito il suo impegno all’unità del Consiglio di cooperazione del Golfo, aprendo la possibilità ad un atteggiamento distensivo nei confronti del Qatar. Il 27 dicembre, durante un incontro virtuale, i ministri degli Esteri dei Paesi del GCC hanno affermato di voler rafforzare la cooperazione e superare le divergenze con Doha. Poco prima, il 23 dicembre, il ministro degli Esteri qatariota, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, aveva dichiarato che non vi era più alcun ostacolo alla risoluzione della crisi e che si era arrivati ad “una svolta” nel processo di riconciliazione.
Il Bahrein, che, a partire dal 5 gennaio assumerà la presidenza del GCC, si è detto fiducioso nel ruolo di Riad, il cui obiettivo è quello di preservare la coesione del Consiglio e sanare le spaccature interne, così da intraprendere una nuova fase che dia impulso al dialogo, alla luce degli obblighi e degli impegni presi tra i diversi Stati del GCC. I sei Paesi del Consiglio di cooperazione guardano con fiducia al vertice di domani, che, secondo fonti interne, non porterà ad un accordo finale inclusivo, ma aprirà la strada verso la riconciliazione.
Per il Qatar, la crisi dovrebbe essere risolta attraverso il dialogo, il rispetto della sovranità e una politica di non ingerenza nelle questioni interne di ciascuno Stato. Il Paese crede che un’escalation tra i membri del GCC non porti beneficio a nessuno e la stessa Doha considera la sicurezza dell’intera regione del Golfo una priorità. “Usciremo vittoriosi dalla crisi se ricostruiremo la fiducia nel GCC in quanto istituzione regionale”, ha affermato al-Thani il 23 dicembre.
Chiara Gentili. (Sicurezza Internazionale)