A pochi giorni dalla scadenza del periodo di transizione post-Brexit, il 1 gennaio, la Commissione Ue e il governo di Londra sono quasi arrivati all’accordo sulle future relazioni commerciali. La conclusione dell’intesa, che alcune fonti britanniche danno per probabile o addirittura certa, sarebbe solo il primo passo verso l’entrata in vigore di un accordo commerciale tra il Regno Unito e l’Unione europea che vada a evitare l’imposizione di dazi doganali a partire dal 1 gennaio 2021.
Una bozza di compromesso sulla pesca sarebbe già stata elaborata dai negoziatori europei e britannici. Lo rivela Bloomberg secondo cui un accordo sul nodo chiave dell’intesa su Brexit starebbe per essere raggiunto. Secondo fonti Ue citate dalla stampa britannica i negoziatori starebbero ora lavorando « sui dettagli » del compromesso ma un annuncio di accordo non sarà prima di oggi. I lavori proseguono nella notte, come ha twittato il portavoce della Commissione ue Eric Mamer che ha anche consigliato a tutti gli osservatori « di dormire un po ».
Il percorso successivo a un accordo tra i due team di negoziatori partirebbe dalla proposta, contenente il testo finale, da parte della Commissione europea agli Stati membri e al Parlamento europeo. Il Consiglio Ue è poi l’istituzione legittimata a decidere sull’eventuale applicazione provvisoria che possa, in altre parole, permettere di applicare subito il testo concordato in attesa delle ratifiche del Parlamento europeo e degli Stati membri. Ma tale decisione richiederebbe alcuni giorni.
Fonti del Consiglio Ue hanno confermato all’AGI che dopo un eventuale accordo servirebbe una riunione del Coreper, ovvero degli ambasciatori degli Stati Ue e, non appena possibile, una procedura scritta che possa dare il via libera immediato all’applicazione del testo concordato per evitare i temuti disagi che altrimenti scatterebbero dalla mezzanotte (ora di Bruxelles) del 31 dicembre.
Con l’ok di tutti e 27 gli Stati Ue si potrà dunque procedere alla firma del testo e alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, quindi all’entrata in vigore dell’accordo. Nel 2021 dovrebbe seguire il passaggio fondamentale della discussione e del voto in Parlamento europeo. Si tratterà del vero test sul contenuto dell’accordo che, secondo le prime indiscrezioni, sarà di oltre 2.000 pagine. Al Consiglio Ue (dove sono rappresentati gli Stati membri) spetterà l’ultima parola dopo l’eventuale ok degli eurodeputati. Ma dopo al sì dell’Aula europea potrebbe seguire un processo di verifica da parte degli Stati membri che richiederebbe, a sua volta, ulteriori passaggi presso i Parlamenti nazionali.
Tale processo di approvazione, va ricordato, riguarda solo uno dei due contraenti, cioè l’Unione europea. Il Regno Unito dovrebbe invece seguire un suo processo interno di approvazione sul testo concordato dal Governo guidato dal premier Boris Johnson e anche tale passaggio non è sgombro da insidie e incognite. Come quelle che andarono a indebolire l’esecutivo guidato da Theresa May in occasione dell’approvazione dell’Accordo di recesso, fino a far costringere la prima ministra alle dimissioni sotto i colpi dei franchi tiratori del Partito conservatore. (AGI)