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Fonti dell’Eliseo: la Francia non si oppone ai negoziati tra Paesi del Sahel e gruppi jihadisti

La Francia non si oppone ai negoziati tra i Paesi del Sahel e alcuni gruppi jihadisti, ad eccezione di Al Qaeda e dello Stato islamico. È quanto riferito da fonti della presidenza francese citate da alcuni media regionali. “Stiamo conducendo una guerra contro due organizzazioni che non sono saheliane ma internazionali e che guidano una lotta terroristica al di fuori della regione”, ha osservato la fonte. Con lo Stato islamico nel Grande Sahara (Eigs), designato come il nemico numero uno al vertice di Pau nel gennaio 2020, “non è possibile negoziare (…) e nessuno lo chiede nel regione”. La questione è, tuttavia, più complessa con il Gruppo di sostegno per l’Islam e i musulmani (Gsim, chiamato anche Jnim secondo l’acronimo arabo), un’alleanza di organizzazioni che ha promesso fedeltà ad al Qaeda. In questo caso Parigi esclude di dialogare con il suo leader, Iyad Ag Ghaly, e con uno dei suoi luogotenenti, Amadou Koufa. Lo staff del Gsim “risponde alla gerarchia centrale di al Qaeda ed è completamente integrato nel suo organigramma. Nessuno è mai riuscito a negoziare con al Qaeda e la Francia non lo farà”, ha spiegato la fonte dell’Eliseo, aggiungendo tuttavia che alcuni elementi del Gsim “hanno un’agenda molto più nazionale, spesso opportunistica, a volte regionale. Con questi interlocutori è possibile avere un’altra risposta (…). Non c’è motivo per la Francia di ostacolare tali discussioni”.

La Francia, che dispone attualmente di oltre 5 mila uomini all’interno della forza Barkhane, aveva già suggerito in passato la necessità di ripensare il dogma “non negoziamo con i jihadisti” nel Sahel, dove i gruppi armati fanno parte delle dinamiche politiche locali. La questione era emersa con forza nell’ottobre scorso in occasione del rilascio di quattro ostaggi, tra cui l’operatrice umanitaria francese Sophie Petronin, al termine dei negoziati condotti da emissari maliani. “Non è la Francia, ma sono i maliani che decidono la propria organizzazione”, ha insistito la presidenza francese, ribadendo al riguardo il suo attaccamento all’accordo di pace, concluso con la mediazione algerina ma mai applicato completamente. “Ogni volta che gli interlocutori del nord del Mali volevano sedersi per discutere gli accordi di Algeri, c’erano rappresaglie immediate con omicidi mirati. Il nostro obiettivo è, eliminando alcuni leader, consentire ai maliani e ad altri di sedersi a un tavolo”, aggiunge la fonte. Segnali simili erano già stati inviati da Parigi di recente. « Se vuoi andare d’accordo con qualcuno con cui hai litigato, devi saper scegliere il partner giusto con cui andare d’accordo, quello che è rappresentativo, che è legittimo”, ha dichiarato di recente il capo di Stato maggiore dell’esercito francese, il generale Francois Lecointre. Lo stesso Gsim aveva accettato l’idea, con il prerequisito che Barkhane si ritiri dal Sahel. Molti analisti, da parte loro, sottolineano che la negoziazione è la chiave per una pace duratura. (Nova/Le Figaro)

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