(Roma 15 dicembre 2020). Non appena si comincia a riflettere alle capacità dell’Europa nell’essere un attore della sicurezza globale, si pone la questione della sua autonomia strategica. Lo ha detto in un’intervista rilasciata al quotidiano « Le Figaro », il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Unione europea. « Nel corso delle ultime settimane abbiamo sentito posizioni molto differenti su questo tema. Dal mio punto di vista non dovrebbe essere un punto di divisione tra Stati membri. L’autonomia strategica non significa essere autonomo rispetto a qualcuno, ma essere autonomo per fare qualcosa: solo se necessario, con dei partner se possibile », ha detto il generale. « La maggior parte della difesa europea resterà legata alla Nato – ha continuato Graziano –. Per diventare un partner affidabile abbiamo comunque bisogno di nuovi meccanismi concettuali e operativi ». « Abbiamo creato una capacità militare di pianificazione e di condotta (Mpcc) per armonizzare la condotta delle missioni e una struttura di comando. Gli Stati membri devono adesso fissare il livello di ambizione e dobbiamo definire gli obiettivi militari da raggiungere », ha aggiunto.
« L’Europa deve capire come utilizzare la potenza, non solamente saperne parlare », ha affermato Graziano, sottolineando che il primo pilastro dell’autonomia strategica è « la capacità di condurre operazioni ». « Per questo ci sono soprattutto i progetti di cooperazione strutturata permanente (Pesco), ha affermato il generale, aggiungendo che il secondo pilastro è il Fondo europeo per la difesa. Secondo il presidente del Comitato militare dell’Ue l’Europa « deve far fronte a un grande cambiamento » in quanto « il potere virtuale non è più sufficiente » e « bisogna completarlo con ‘l’hard power' ». (Agenzia Nova)