(Roma 08 dicembre 2020). l generale della Cirenaica lunedì aveva fatto bloccare una portacontainer con 17 uomini d’equipaggio di cui 7 turchi. Nelle scorse ore segnalati voli militari turchi nella zona di Sirte e Jufra, sulla linea di tregua tra i due eserciti che si fronteggiano da mesi. Voci non confermate di « esplosioni e bombardamenti »
Alta tensione in Libia tra la Turchia e la milizia del generale Khalifa Haftar. Una nave cargo turca diretta verso il porto libico di Misurata è stata bloccata lunedì da un gommone delle forze fedeli all’uomo forte della Cirenaica. Per ritorsione, in nelle ultime ore sono stati segnalati sorvoli di aerei militari turchi (forse droni) nella regione di Sirte, l’area in cui passa la linea del cessate-il-fuoco fra le forze dello stesso Haftar e le milizie fedeli al governo di Tripoli, sostenute dalla Turchia. Alcuni siti di informazione libici parlano di « esplosioni », ma non ci sono ancora conferme di attacchi aerei.
La nave fermata lunedì, anche secondo fonti occidentali consultate da Repubblica, era passata abbastanza vicino dalla costa della Cirenaica, un’area che Haftar da tempo ha dichiarato zona di guerra e in cui si sente in diritto di controllare il traffico commerciale. I miliziani di Haftar sono riusciti a costringere il cargo, una portacontainer con 17 membri di equipaggio di cui 9 turchi, a far rotta verso il porto di Ras al Hilal.
Il portavoce di Haftar, Ahmed al Mismari, nel pomeriggio ha dichiarato che la nave « Mebruka », battente bandiera giamaicana ma di proprietà turca, « era entrata in un’area interdetta al traffico navale non autorizzato e non ha ottemperato all’ordine di attracco nel porto di Ras al-Hilal ».
Violazioni che hanno portato all’intervento delle forze di Haftar, « che hanno effettuato un’ispezione a bordo, che ha rivelato la presenza di un carico di droga, ma non di armi ». I media turchi invece replicano con la versione degli armatori turchi, che indicano nel carico della nave generi alimentari e altri carichi perfettamente legali, tutti beni diretti alla città di Misurata, forte alleata del governo di Ankara.
La Turchia ha risposto con durezza al fermo della nave: il ministero degli Esteri ha condannato « con la massima fermezza il fermo della nave: noi ricordiamo ancora una volta che se gli interessi turchi in Libia verranno presi di mira ci saranno delle gravi conseguenze e gli autori di queste azioni verranno considerati degli obiettivi legittimi ».
La Turchia dal novembre 2019 ha siglato due accordi con il governo libico di Tripoli. Il primo per delimitare i confini marittimi, mentre il secondo stabilisce forme di cooperazione militare tra Ankara e Tripoli. E questo secondo accordo ha dato il via alla importante operazione militare con cui la Turchia di fatto ha salvato il governo di Fayez Serraj dall’assalto della milizia di Haftar e dei suoi alleati. Dopo aver attaccato Tripoli nella primavera del 2019, nel giugno del 2020 il generale della Cirenaica ha cessato l’assedio alla capitale e ha fatto indietreggiare le sue truppe verso la città di Sirte, a metà della costa fra Tripoli e Bengasi.
Vincenzo Nigro. (La Repubblica)