Gli Stati Uniti hanno deciso di ritirare parte del personale della loro ambasciata a Baghdad, nel timore che milizie filo-iraniane possano compiere azioni violente in prossimità dell’anniversario dell’assassinio del generale Qassem Soleimani.
Una fonte dell’amministrazione statunitense ha rivelato all’emittente “Sky News Arabia” che procedure per il ritiro di circa metà dello staff dell’ambasciata statunitense a Baghdad, fra cui impiegati statunitensi e iracheni, “sono effettivamente cominciate nelle ore passate, sulla base di rapporti di sicurezza in base ai quali milizie irachene sostenute da Teheran possono ricorrere ad azioni violente e terroristiche che potrebbero prendere di mira l’ambasciata nella zona verde” della capitale irachena. Secondo quanto appreso dall’emittente, le indicazioni per il ritiro degli impiegati e diplomatici sono giunte sulla base di direttive del comando dell’intelligence e del Pentagono relative a “serie minacce” che potrebbero verificarsi con l’avvicinarsi del primo anniversario (il prossimo 3 gennaio) dell’assassinio del comandante della Forza Quds dei pasdaran iraniani, generale Qassem Soleimani. La zona verde e l’ambasciata statunitense sono state oggetto di vari attacchi negli ultimi mesi, rivendicati da un gruppo noto come “Resistenza irachena”, che comprende probabilmente varie milizie sciite filo-iraniane. (Nova/Le Figaro)