Il 20 novembre, la Russia ha impedito a un comitato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di sanzionare la milizia libica in questione, nota come “Kaniyat”, per le violazioni dei diritti umani di cui questa è accusata. Il 25 novembre, con una decisione unilaterale, Washington ha inserito il gruppo e il suo leader, Mohamed al-Kani, nella lista nera statunitense, ai sensi del Global Magnitsky Act. Questo consente al governo degli Stati Uniti di prendere di mira le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, congelando i beni della milizia e vietando agli statunitensi di intrattenere rapporti con le persone colpite.
“Mohamed al-Kani e la milizia Kaniyat hanno torturato e ucciso civili durante una crudele campagna di oppressione in Libia”, ha dichiarato il segretario al Tesoro degli USA, Steven Mnuchin. Anche la Germania, insieme agli Stati Uniti, aveva proposto che il comitato per le sanzioni contro la Libiadel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, composto da 15 membri, imponesse il congelamento dei beni e il divieto di viaggio ai militanti di Kaniyat e ad al-Kani. Tuttavia, la mossa è stata fermata dalla Russia, il 20 novembre, che ha dichiarato di non poter approvare le sanzioni perché voleva più prove riguardo all’uccisione di civili. La città libica di Tarhouna, che è stata riconquistata a giugno dal Governo di Accordo Nazionale (GNA) di Tripoli, era stata controllata per anni dalla milizia Kaniyat, gestita dalla famiglia Kani. Questa combatteva a fianco dell’Esercito Nazionale Libico (LNA), guidato dal generale Khalifa Haftar, l’uomo forte del governo di Tobruk. A ottobre, le autorità libiche hanno dissotterrato 12 corpi da quattro tombe anonime a Tarhouna, che si sono aggiunti alle decine di cadaveri già scoperti da quando la città è stata conquistata dalle forze armate del governo di Tripoli, a giugno.
Infine, lo stesso 25 novembre, gli USA hanno annunciato che imporranno nuove sanzioni contro quattro entità collegate con la Repubblica Islamica dell’Iran. La notizia è stata riferita dall’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Iran, Elliott Abrams, che ha rivelato che si tratta di entità russe e cinesi, coinvolte in attività volte a promuovere il programma missilistico iraniano. Abrams, parlando durante un evento virtuale del Beirut Institute, ha avvertito che Washington continuerà a esercitare pressioni contro Teheran, con nuove sanzioni previste fino a gennaio, relative ad armi, armi di distruzione di massa e diritti umani. A partire da gennaio 2021, la questione passerà in mano alla nuova amministrazione, guidata dal presidente Joe Biden. (Media)