(Roma 24 novembre 2020). Nel pomeriggio di domenica 22 novembre, un mercantile turco diretto in Libia ha rifiutato l’ispezione di un team di una fregata tedesca che fa parte della missione Eunavfor Med Irini. La missione, a guida italiana essendo comandata dal contrammiraglio Fabio Agostini, è sostanzialmente identica a Sophia ma con differenti priorità: Irini nasce principalmente per far rispettare l’embargo sugli armamenti diretti in Libia emesso dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
La missione è stata stabilita dall’Unione Europea e vi partecipano, a rotazione, diverse unità e personale dei Paesi membri. Il suo mandato è annuale e scadrà il prossimo 31 marzo. La Rosaline-A, un mercantile battente bandiera turca, è stata avvicinata dalla fregata della Marine Tedesca Hamburg, il cui personale, dopo che era salito a bordo dell’unità sospetta tramite elicottero, è stato invitato a lasciare la nave in quanto il comandante ha definito l’azione una “ispezione illegale”.
Come riporta Associated Press, il ministero della Difesa tedesco ha detto che la Turchia ha ordinato di interrompere le ricerche a bordo della nave, costringendo il personale tedesco a partire prima di completare il proprio lavoro. Durante la loro ricerca, la squadra tedesca non ha trovato alcun carico che contravvenisse all’embargo sulle armi, ha detto il portavoce del ministero della Difesa tedesco Christian Thiels.
Un funzionario del governo turco ha detto che il personale della fregata tedesca è salito a bordo della Rosaline-A senza il permesso della Turchia, in violazione delle leggi marittime. Sempre lo stesso funzionario ha detto che i militari hanno concluso la ricerca all’alba dopo “aver capito che a bordo non c’erano altro che aiuti umanitari, biscotti e altro materiale come vernici”.
La Rosaline-A ha proseguito quindi il suo viaggio verso Misurata ma tanto è bastato per generare un incidente internazionale. La Turchia, infatti, intende presentare denuncia formale per quanto riguarda “l’incidente”. Berlino però non ci sta e riferisce, sempre tramite Thiels, che l’equipaggio tedesco ha chiesto il permesso al comandante di salire a bordo.
Successivamente, non avendo ricevuto risposta, una squadra da ricerca è stata portata in elicottero sino al mercantile, dove è discesa e ha iniziato l’attività di ricerca di carichi sospetti, mentre l’equipaggio si sarebbe dimostrato “collaborativo”, come riferisce sempre il portavoce.
A quel punto il comandante deve aver avvisato i suoi superiori e da Ankara è arrivato l’ordine di rifiutare l’ispezione: mentre la squadra era intenta nell’ispezione, infatti, le autorità tedesche sono state informate dalla Turchia che l’attività era illecita. La ricerca è stata quindi terminata e la squadra è ritornata sulla Hamburg.
L’ufficiale tedesco dell’unità navale ha detto che l’ordine di salire a bordo della nave turca è giunto direttamente dalla sede operativa della missione a Roma, mentre Ansa riporta che la richiesta di abbordaggio sarebbe arrivata alla sede operativa da parte del comando della Marina Militare Greca. Ipotesi, quest’ultima, tutt’ora da verificare.
Come apprendiamo dal comunicato stampa ufficiale di Irini, la nave turca è partita da Yarimca (Turchia) il 20 novembre diretta a Misurata. In conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il personale della missione ha compiuto sforzi in buona fede per ottenere il consenso dello Stato di bandiera. Non avendo ricevuto risposta, la squadra della fregata tedesca Hamburg si è imbarcata sulla nave in acque internazionali, a circa 160 miglia nautiche a nord del porto di Bengasi.
Questo è il secondo incidente tra la Turchia e le forze navali di un paese alleato della Nato impegnate nell’attività di controllo dell’embargo alla Libia. Il 10 giugno c’è stato un incidente tra navi da guerra turche e una fregata francese, la Courbet, nel Mediterraneo in circostanze simili a quelle avvenute domenica: in quella occasione, però, non ci fu nessuno sbarco sul mercantile sospetto, ma le unità navali turche, quando la Courbet ha mostrato l’intenzione di fermare il cargo e procedere con l’ispezione, hanno illuminato coi loro radar da attacco la fregata francese in una chiara manovra aggressiva. Quell’incidente ha portato successivamente all’abbandono della Francia dal dispositivo navale Sea Guardian della Nato. L’Operazione consiste in una forza marittima multinazionale integrata composta da navi appartenenti a diverse nazioni dell’Alleanza Atlantica, con l’obiettivo di condurre operazioni di sicurezza marittima con particolare riferimento alla Maritime Situational Awareness, al fine di mitigare il rischio di eventuali minacce alla sicurezza marittima.
Un incidente simile è stato segnalato, sempre a giugno, dalla Marina Ellenica quando uno dei suoi elicotteri decollato dalla fregata Spetsai ha tentato di far atterrare una squadra di ispezione a bordo di un’altra nave da carico al largo della Libia, la Cirkin battente bandiera della Tanzania, ma la nave greca è stata avvertita via radio che il mercantile era sotto la protezione della Turchia.
Questi incidenti in mare, insieme alla questione relativa alla Zee del Mediterraneo Orientale, hanno innescato la crisi tutta interna alla Nato che vede la Francia attivamente in difesa della Grecia, anche e soprattutto per cercare di contrastare la penetrazione turca in quella che è la sfera di influenza francese in Medio Oriente e in Africa.
Paolo Mauri. (Inside Over)