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Fratelli Musulmani: un’organizzazione terroristica per Egitto ed Emirati

(Roma 24 novembre 2020). Sia l’Egitto sia gli Emirati Arabi Uniti (UAE) hanno ribadito la propria posizione nei confronti della Fratellanza Musulmana, sottolineando la sua classificazione come “organizzazione terroristica”.

In particolare, il 23 novembre, le autorità egiziane hanno inserito nuove personalità nella lista delle entità terroristiche, tra cui 30 tra oppositori e attivisti affiliati alla Fratellanza Musulmana. Si tratta di imputati inclusi nel caso 1781 del 2019, tra cui compare altresì il nome di Abdel Moneim Aboul-Fotouh, un ex candidato alla presidenza egiziana, oltre a Khairat al-Shater, vice-guida della Fratellanza.

Gli imputati sono stati accusati di diversi crimini, considerati una minaccia alla sicurezza nazionale, tra cui finanziamenti per l’acquisto di armi, addestramento di membri per attentati terroristici, oltre a violenze e atti di sabotaggio contro strutture pubbliche e private. I loro beni sono stati congelati, i visti e passaporti ritirati e verrà loro proibito di accedere a posizioni pubbliche o rappresentative.

Tra le diverse organizzazioni terroristiche attive in Egitto, la Fratellanza Musulmana è il movimento islamista più antico del Paese. È stato fondato nel 1928, ma ha rinunciato a qualsiasi uso della violenza negli anni ’70, per abbracciare ideali democratici, sebbene alcuni rami locali e diversi ex membri del gruppo siano stati coinvolti in operazioni terroristiche.

Dalla cacciata dell’ex presidente islamista Mohamed Morsi, avvenuta il 3 luglio 2013, le autorità egiziane hanno iniziato a lanciare una dura repressione contro la Fratellanza Musulmana, dichiarata organizzazione terroristica nel dicembre 2013, e contro tutti gli oppositori politici. Per giustificare le sue azioni, il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, sostiene che le repressioni facciano parte della dura campagna per combattere il terrorismo nel Paese. Parallelamente, il 30 aprile 2019, l’amministrazione del presidente USA uscente, Donald Trump, aveva dichiarato che stava spingendo per inserire la Fratellanza Musulmana nella lista delle organizzazioni terroristiche di Washington.

Sempre il 23 novembre, il Fatwa Council degli Emirati Arabi Uniti, un organo governativo responsabile del rispetto della legge islamica, ha riferito che tutti i gruppi, le sette e le organizzazioni che praticano o incitano alla violenza sono da considerarsi terroristiche, a prescindere dalla loro denominazione. Inoltre, in linea con quanto stabilito dal Senior Council of Ulema dell’Arabia Saudita il 10 novembre, l’organizzazione dei Fratelli Musulmani è stata anch’essa classificata, ancora una volta, come terroristica.

Già nel 2014 sia l’Arabia Saudita sia gli UAE avevano designato la Fratellanza Musulmana un’organizzazione terroristica, con il fine di tenere a bada le spinte di ribellione violenta. Una classificazione adottata poco dopo anche dal Bahrein, mentre le popolazioni di tali Paesi sono state esortate a stare lontane dall’organizzazione e a non sostenere le sue attività.

Secondo Riad, i Fratelli musulmani non rappresentano i veri valori dell’Islam e, al contrario, perseguono obiettivi propri non in linea con la religione islamica, la quale viene impiegata per mascherare delle operazioni che alimentano caos, violenza e terrorismo. Stando a quanto affermato dagli ulema sauditi, la missione della fratellanza consiste nell’incitare alla ribellione contro i governanti, provocare caos e destabilizzare la coesione e la buona convivenza all’interno dei Paesi. Il suo unico obiettivo, è stato specificato, è impadronirsi del potere, senza mostrare alcun interesse verso il credo musulmano. Ciò è dimostrato dai crimini e dalle azioni violente noti in tutto il mondo.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

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