Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiesto ai suoi collaboratori di approntare opzioni per un attacco contro il principale sito nucleare dell’Iran nell’arco delle prossime settimane, ma ha poi accantonato l’iniziativa. Lo scrive il quotidiano “New York Times”, secondo cui l’inquilino della Casa Bianca ha formulato la richiesta in occasione di un incontro allo Studio Ovale lo scorso 12 novembre, secondo “ex funzionari di governo statunitensi” citati dal quotidiano. Il giorno prima ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) avevano segnalato un significativo aumento delle riserve iraniane di materiale fissile presso il sito di Natanz. Trump sarebbe stato persuaso a rinunciare all’opzione militare dai suoi collaboratori più stretti, incluso il vicepresidente Mike Pence e il segretario alla Difesa ad interim, Christopher C. Miller. I collaboratori di Trump lo avrebbero persuaso che un attacco a Natanz sarebbe potuto degenerare in un vasto conflitto regionale “nelle ultime settimane della presidenza di Trump”. Non è chiaro, precisa il “New York Times”, se Trump abbia discusso un attacco missilistico o informatico. L’Aiea ha avvertito lo scorso 11 novembre che le scorte di uranio “weapon grade” iraniano sono oggi 12 volte superiori a quelle consentite dall’accordo internazionale abbandonato dall’amministrazione Trump nel 2018. L’Agenzia ha anche avvertito che Tehran nega agli ispettori internazionali l’accesso ad una serie di siti sospettati di ospitare operazioni del programma nucleare iraniano. (Agenzia Nova)