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Mediterraneo orientale: USA attaccano la Turchia e difendono la Grecia

(Roma 03 novembre 2020). Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha condannato le azioni unilaterali della Turchia nel Mediterraneo orientale e ha descritto la Grecia come “un pilastro di stabilità nella regione”. Le parole, contenute in una lettera indirizzata al ministro della Difesa greco, Nikos Dendias, ribadiscono l’opposizione americana alle continue attività di perforazione energetica condotte da Ankara nelle acque che Atene considera sotto la propria sovranità.

“Queste azioni unilaterali servono solo ad aumentare le tensioni nella regione”, ha dichiarato Pompeo, aggiungendo: “Coercizioni, minacce, intimidazioni e attività militari non risolveranno le tensioni nel Mediterraneo orientale”.

Accogliendo con favore l’impegno della Grecia a risolvere le differenze bilaterali attraverso il dialogo e in conformità con il diritto internazionale, Pompeo ha elogiato il governo di Atene per aver preso tutte le misure necessarie “ad evitare un incidente marittimo o diplomatico che potrebbe portare a un conflitto tra gli alleati della NATO”. Il segretario di Stato ha poi sottolineato che gli Stati Uniti e la Grecia condividono una visione comune del Mediterraneo orientale, considerato da entrambi “una regione pacifica e prospera caratterizzata dalla cooperazione e dal rispetto del diritto internazionale”. “Abbiamo esortato e continueremo a sollecitare il nostro alleato della NATO, la Turchia, a porre fine alle sue provocazioni calcolate e ad avviare immediatamente colloqui esplorativi con la Grecia”, si legge nella parte finale della lettera.

Atene ha più volte condannato le attività turche, definendole illegali, nonché una minaccia alla sicurezza e alla pace della regione. Parallelamente, la Grecia considera l’atteggiamento della controparte “provocatorio”, oltre che in contrasto con gli sforzi profusi sino ad ora per allentare le tensioni e con quanto stabilito dal Consiglio dei capi di governo dell’UE, durante il quale Ankara è stata esortata ad astenersi dal prendere decisioni unilaterali nel Mediterraneo orientale e dall’agire “come una potenza che cerca a tutti i costi di destabilizzare la regione”.

Turchia e Grecia, entrambi membri della NATO, sono in disaccordo sui diritti di sfruttamento delle risorse di idrocarburi nella regione del Mediterraneo orientale, per via di opinioni contrastanti sull’estensione delle loro piattaforme continentali. Le acque, punteggiate principalmente da isole greche, sono ricche di gas e la delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive è fonte di controversia tra Turchia, Grecia e Cipro.

Ankara sostiene di avere la costa più lunga del Mediterraneo orientale, ma la sua zona marittima è racchiusa in una stretta striscia di acque a causa dell’estensione della piattaforma continentale greca, caratterizzata dalla presenza di molte isole vicine alla frontiera turca. L’isola greca di Kastellorizo, che si trova a circa 2 km dalla costa meridionale della Turchia e a 570 km dalla Grecia continentale, è una delle principali fonti di frustrazioni per Ankara, che rivendica quelle acque come proprie.

Chiara Gentili. (Sicurezza Internazionale)

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