Con il passaggio della pandemia di coronavirus in Europa, il Vecchio continente ha dovuto fare i conti con una crisi nuova. E, per fronteggiarla, quasi tutti i Paesi dell’Eurozona hanno attuato la strategia del lockdown, consistente nel blocco totale o parziale delle attività lavorative e con il divieto di spostarsi dalla propria residenza fatti salvi comprovate necessità. Questo scenario – impensabile, almeno sino a meno di un anno fa – ha portato con sé molte conseguenze anche al di fuori del campo sanitario, soprattutto poiché la strategia adottata ha messo in seria difficoltà la tenuta economica dell’Europa. Il blocco delle attività lavorative, infatti, non ha soltanto messo in crisi il ceto imprenditoriale, ma di riflesso si è abbattuta anche sul ceto operaio e sui lavoratori dipendenti, che hanno così dovuto fare i conti con aziende in crisi e con un mercato in fortissima contrazione. E con l’arrivo della seconda ondata, le difficoltà contro le quali le economie stanno andando incontro sono ulteriormente maggiori, in uno scenario che ha spinto i sindacati europei a lanciare l’allarme: entro il 2021, in Europa ci potrebbero essere oltre 14 milioni di nuovi disoccupati.