Samuel Paty, il professore ucciso per aver mostrato delle caricature di Maometto in classe, è stato uno dei quegli insegnanti che «non si dimenticano». Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, durante la commemorazione del professore assassinato da un diciottenne di origini cecene. La cerimonia si è tenuta all’università della Sorbona a Parigi. La lotta di Paty era quella di formare dei repubblicani, ha poi aggiunto il presidente, spiegando che il professore ucciso è stato vittima di una «cospirazione funesta» e «dell’odio dell’altro». «Non avrò parole per evocare la lotta contro l’islamismo politico, radicale. Le parole, le ho dette. Il male, l’ho nominato – ha continuato Macron – le azioni, le abbiamo decise. Non parlerò del corteo di terroristi, dei loro complici e dei vigliacchi che hanno reso possibile questo attentato. Non parlerò di coloro che hanno dato il suo nome ai barbari. Non parlerò dell’indispensabile unità che tutti i francesi sentono. È preziosa e obbliga tutti i responsabili ad esprimersi con giustezza». «Abbiamo tutti il ricordo di un professore che ha cambiato il corso della nostra esistenza. Questo insegnante ci ha insegnato a contare, a leggere, ci ha indicato una strada con un libro, uno sguardo, un istante passato», ha affermato Macron. Il presidente ha poi terminato rivolgendosi a Paty: «Continueremo questa lotta per la libertà e la ragione di cui siete ormai il volto perché glielo dobbiamo, perché noi ce lo dobbiamo, perché in Francia, professore, i Lumi non si spengono mai. Vive la République, vive la France».