Circa 700 prigionieri yemeniti, affiliati al governo legittimo o ai ribelli sciiti Houthi, sono stati rilasciati, nella giornata del 15 ottobre, dalle prigioni di Seiyun, nel governatorato orientale di Hadramout, e della capitale Sana’a. Secondo quanto riportato da al-Arabiya, sono centinaia le famiglie yemenite che sono riuscite a riabbracciare i propri cari, grazie a quello che è stato definito uno dei maggiori scambi di prigionieri, che si presume darà nuovo impulso ai negoziati, guidati dalle Nazioni Unite, volti a raggiungere una tregua in Yemen. Nello specifico, il Comitato internazionale della Croce Rossa ha annunciato, al termine dell’operazione, che due aerei hanno viaggiato da Sana’a a Seiyun e viceversa, trasportando, in totale, circa 700 detenuti, in collaborazione con la Mezzaluna saudita e yemenita. Il direttore regionale del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), Fabrizio Carboni, ha rivelato che l’unica domanda comune che il CICR ha sempre ricevuto dai prigionieri, dalle loro famiglie e dai parenti, è stata: «Accadrà davvero ? ». Come riferito da Carboni, la fase di preparazione al processo è durata circa due anni, mentre le procedure di scambio in corso potrebbero essere completate in due giorni, presumibilmente fino a venerdì 16 ottobre. Secondo quanto annunciato in precedenza dalla Croce Rossa e dai funzionari yemeniti, il numero totale di prigionieri rilasciati, da parte Houthi e dal governo legittimo yemenita, dovrebbe raggiungere quota 1.000.