Libano-Patriarca maronita: «avanti con l’accordo-quadro sulle frontiere tra Libano e Israele»

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(Roma 06 Ottobre 2020). Il Patriarca maronita Bechara Boutros Rai ha espresso speranza e incoraggiamento davanti alla notizia di un futuro accordo-quadro tra Libano e Israele sulla demarcazione dei confini terrestri e marittimi tra i due Paesi. Il Cardinale libanese ha manifestato il suo sostegno alla prospettiva dell’accordo-quadro ieri, domenica 4 ottobre, nel corso dell’omelia domenicale della messa celebrata nella Sede patriarcale di Bkerké. Tale soluzione negoziata – ha sottolineato il Primate della Chiesa maronita – potrà porre fine alla «serie di attacchi e guerre tra Libano e Israele, in conformità con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’ONU». Il Patriarca, pur rimarcando che i negoziati avviati sulle dispute di frontiera non hanno l’obiettivo di normalizzare in toto le relazioni tra Libano e Israele, ha sottolineato che essi potranno «facilitare l’estrazione di idrocarburi offshore» nei tratti di mare appartenenti al Libano.

L’annuncio e alcuni dettagli sulle linee guida dell’accordo quadro, già prefigurato lo scorso 9 luglio, sono stati riportati dai media solo negli ultimi giorni. Gli incontri previsti tra le parti in causa si svolgeranno a Naqoura, presso la base delle forze Onu dislocate nel Libano meridionale, sotto l’egida dell’ufficio del Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano.

La disputa di confine tra Libano e Israele riguarda un triangolo di circa 850 km quadrati, rivendicato da ambedue i Paesi. In tali aree, il Libano ha concesso licenze di esplorazione e produzione di idrocarburi offshore, ottenute attraverso una gara dal consorzio ENI-Total e Novatek.

Riguardo alla condizione di crisi permanente attraversata dal Paese dei Cedri, il Patriarca Rai ha ricordato che il Libano è «senza un governo, senza un piano di ripresa, senza riforme, senza rispetto della Costituzione, senza vergogna, e questo ci deve costringere a trovare una breccia in questo blocco», senza dipendere dalle agende e dalle mosse interessate di altri Paesi. «Nessuno di voi» ha detto il Patriarca, rivolgendosi idealmente ai membri della classe politica “può fare del Libano un mero alleato di questo o quel Paese, per coinvolgerlo nelle loro guerre e nelle loro strategie politiche».

A due mesi dalla tremenda esplosione che ha devastato il porto di Beirut, il Libano si trova senza governo. Le proteste iniziate dopo l’esplosione avevano portato al naufragio della precedente compagine governativa, guidata da Hassan Diab. Alla fide di agosto, il premier designato Mustapha Adib, era stato incaricati di formare un nuovo governo per il Libano, ma prima della fine di settembre lo stesso Adib ha rinunciato all’incarico, spiegando in televisione di non essere riuscito a trovare un accordo tra i diversi Partiti.

(Fides)