Libano: la rabbia di Macron: «mi vergogno per questa classe dirigente»

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Poche ore dopo la rinuncia di Mustapha Adib per formare un nuovo governo in Libano, Emmanuel Macron parla di «tradimento collettivo» della classe politica e attacca frontamente Hezbollah. «Non può al tempo stesso essere un esercito in guerra contro Israele, una milizia scatenata contro i civili in Siria, e un partito rispettabile in Libano» ha detto il leader francese a proposito del partito sciita. «Spetta a loro – ha proseguito Macron su Hezbollah – dimostrare che rispettano tutti i libanesi. In questi ultimi giorni, hanno chiaramente mostrato il contrario».

Il fallimento dei negoziati per dare al Paese dei Cedri un nuovo esecutivo viene vissuto come uno schiaffo dal presidente francese che si è impegnato personalmente per una soluzione: «Mi vergogno per la classe dirigente libanese», ha detto. Macron è andato due volte in Libano dopo l’esplosione del 4 agosto che ha distrutto buona parte di Beirut, uccidendo almeno 190 persone e accelerando la crisi politica che già da mesi attanagliava la nazioni, ex protettorato francese. Macron ha condotto il dialogo tra i vari politici locali e la comunità internazionale, pronta ad aiutare economicamente un Paese sull’orlo del baratro ma solo a patto di sostanziali riforme. E a inizio settembre aveva ottenuto l’accordo dei vari partiti per la formazione di un nuovo governo «di missione» con il premier designato Mustapha Adib. Tra le cause dell’impasse politica, c’è l’impuntatura di Hezbollah che ha rivendicato per sé il ministero delle Finanze, dicastero sensibile tanto più in questo momento. «Poche decine di persone stanno abbattendo un Paese, aggrapandosi ai loro privilegi» ha detto Macron. «Noto che hanno scelto di consegnare il Libano al gioco delle potenze straniere, di condannarlo al caos, invece di permettergli di beneficiare degli aiuti internazionali di cui il popolo libanese ha bisogno». Il leader francese non vuole comunque chiudere la porta ai negoziati e concede ancora qualche settimana ai vari partiti libanesi per trovare un accordo. «Entro fine ottobre – ha annunciato – organizzeremo con l’Onu e una nuova conferenza per amplificare l’aiuto al Libano». (La Repubblica)