Kuwait: l’ipotesi normalizzazione crea divergenze interne

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(Roma 23 settembre 2020). Il Kuwait è stato indicato dal capo della Casa Bianca Donald Trump, tra i Paesi mediorientali che avrebbero potuto normalizzare le proprie relazioni con Israele. L’ipotesi ha sollevato dissidi interni, mentre il governo kuwaitiano ha ribadito ufficialmente la propria posizione a fianco del popolo palestinese.

La dichiarazione del gabinetto è giunta il 21 settembre, in un comunicato stampa, in cui il Paese mediorientale ha affermato che la causa palestinese continua ad essere una questione centrale per la regione, nonché la «prima» per il mondo arabo e musulmano. Pertanto, il governo del Kuwait si è detto a favore di una soluzione giusta e inclusiva, che garantisca l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente secondo i confini del 1967, con capitale Gerusalemme Est, in conformità con le risoluzioni internazionali, l’Iniziativa di pace araba e la soluzione a due Stati. Inoltre, il gabinetto kuwaitiano ha espresso il proprio sostegno a tutti gli sforzi volti a porre fine all’occupazione e favorire il ritorno dei rifugiati.

Il governo kuwaitiano ha rilasciato simili dichiarazioni dopo che, il 18 settembre, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva riferito che il Paese del Golfo avrebbe presto raggiunto anch’esso un accordo di normalizzazione con Israele, sulla scia degli Emirati Arabi Uniti (UAE) e del Bahrein. Nella stessa giornata, l’emiro kuwaitiano, lo sceicco Sabah Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah, è stato insignito di un titolo «prestigioso» e raro, quello del “Legion of Merit” per il grado di comandante in capo. Tale onorificenza non veniva conferita dal 1991 e l’emiro è stato premiato dal capo della Casa Bianca, il quale l’ha definito un «amico», per il ruolo svolto in qualità di ministro degli Esteri e poi come emiro del Kuwait nella risoluzione dei conflitti e nel superamento delle divergenze in Medio Oriente. La Casa Bianca ha altresì fatto riferimento al sostegno del Kuwait durante la guerra in Iraq del 2003 e nella lotta contro lo Stato Islamico.

È di fronte a tale scenario che il Kuwait sarebbe stato incluso tra i «sette, otto» Paesi prossimi a normalizzare le proprie relazioni con Israele. Tale ipotesi non è, però, ben vista da diversi attori del panorama politico kuwaitiano ed ha creato divergenze tra sostenitori e oppositori. Come riportato dal quotidiano al-Arab, il Parlamento kuwaitiano ha sempre criticato a gran voce le politiche adottate da Israele nei confronti dei palestinesi e un riavvicinamento con tale Paese «sconvolgerebbe le vecchie regole del gioco in Medio Oriente». Il governo kuwaitiano, da parte sua, ha più volte inviato segnali che mostrerebbero una posizione a favore di un accordo con Israele.

Le parole di Trump del 18 settembre hanno portato i deputati kuwaitiani a chiedere al ministro degli Esteri la validità delle affermazioni statunitensi e le probabilità reali di un’intesa tra Kuwait e Israele. Sebbene non sia stata data una risposta, ciò che è certo, secondo al-Arab, è che l’emirato è diviso sulla questione normalizzazione. Da un lato, vi è chi sostiene tale mossa, sebbene consapevole che debba essere dapprima esaminata e approvata sia dal governo sia dal Parlamento kuwaitiano. Dall’altro lato, vi è chi considera un accordo con Israele un «passo suicida» per la diplomazia del Kuwait. A tal proposito, le parole di Trump sarebbero semplicemente da inserirsi in un quadro di propaganda elettorale, in vista delle elezioni di novembre.

Come evidenziato da diversi osservatori, in Kuwait prendere posizione sulla questione normalizzazione è una faccenda più delicata rispetto ad altri Paesi del Golfo. Il governo deve tenere conto delle relazioni vitali del Kuwait con gli Stati Uniti e allo stesso tempo evitare la pressione proveniente dal Parlamento kuwaitiano, che ha il potere di monitorare il governo e controllare le sue politiche, tenendo udienze e licenziando suoi membri.

Sul fronte internazionale, il Kuwait, insieme all’Oman, è uno dei Paesi del Golfo relativamente pacifico, caratterizzato da una politica estera indipendente e da una posizione neutrale, anche per quanto riguarda la rivalità tra Washington e Teheran. Il primo gennaio 2018, il Paese, dopo una pausa di circa 40 anni, è divenuto membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’organo dell’organizzazione internazionale, la cui responsabilità principale è il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.

Circa il Piano di Pace per il Medio Oriente, presentato il 28 gennaio scorso dal presidente statunitense, volto a risolvere il conflitto israelo-palestinese, il Kuwait aveva allora riferito di sostenere e apprezzare gli sforzi profusi da Washington. Parallelamente, anche in tale occasione era stato sottolineato che il piano riguarda la causa di una popolazione che ha sofferto per più di settanta anni, e che una soluzione potrà essere raggiunta solo rispettando i principi di legittimità internazionale, le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, l’iniziativa di Pace araba e una soluzione a due Stati.

Piera Laurenza.  (Sicurezza Internazionale)