Il governo della Siria ha criticato l’annuncio fatto dai Paesi Bassi sulla loro decisione di ritenere Damasco responsabile dei crimini contro i cittadini siriani, nello specifico atti di tortura, e di adire le vie legali anche tramite la Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Lo riferisce l’agenzia stampa governativa siriana « Sana » citando un comunicato del ministero degli Esteri di Damasco. « Il governo dei Paesi Bassi è determinata a utilizzare la Corte internazionale di giustizia dell’Aia per soddisfare l’agenda politica del suo padrone americano », recita il comunicato, nel quale si accusano i Paesi Bassi di essere « in flagrante violazione dei propri obblighi e impegni in quanto paese sede di quest’organizzazione internazionale », senza specificare le violazioni denunciate. Il 18 settembre, il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte, ha dichiarato che « ci sono sufficienti prove che mostrano che il regime siriano si è macchiato su larga scala di violazioni dei diritti umani, nello specifico di tortura ». I Paesi Bassi invocano la Convenzione Onu contro la tortura e accusano Damasco di assassinio e di utilizzo di armi chimiche contro la propria popolazione, atti suscettibili di essere sottomesso al più alto organo giudiziario dell’ONU. Una nota diplomatica è stata inviata a Damasco per chiedere alle autorità siriane di mettere fine agli atti di tortura e avviare negoziazioni tra i due paesi. Il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Stef Blok, ha dichiarato in un comunicato che « se nessun accordo verrà concluso sulla questione, i Paesi Bassi sottometteranno la questione a un tribunale internazionale ». Un precedente tentativo di sottoporre la situazione siriana alla Corte penale internazionale fu bloccato da Russia e Cina nel 2014.