L’esercito libanese ha annunciato giovedì di aver rinvenuto 4,35 tonnellate di nitrato di ammonio conservate in container a una delle entrate del porto di Beirut. Si tratta della stessa sostanza che, in quantitativi molto più importanti, aveva causato la devastante esplosione del 4 agosto in cui sono morte 191 persone. Dalle macerie di uno degli edifici distrutti da quello scoppio è stato percepito intanto da una squadra di soccorritori cileni un segnale che ha risvegliato una (molto flebile) speranza di ritrovare ancora qualcuno in vita. Il giudice incaricato dell’inchiesta – che ha portato in carcere una ventina di persone – ha dal canto suo interrogato il premier dimissionario Hassan Diab, primo responsabile politico a testimoniare sulla tragedia. Gli è stato chiesto in particolare da quanto tempo fosse a conoscenza della pericolo rappresentato dalla sostanza immagazzinata al porto (lui e il presidente Michel Aoun avevano ricevuto un rapporto in proposito il 20 luglio) e quali misure avesse adottato.