Gli Stati Uniti contro le aperture del Vaticano alla Cina: «Pechino ruba la nostra tecnologia»

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Un tweet che sembra diretto al Vaticano. A scriverlo ieri mattina, infatti, è stata l’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede mentre terminava a Roma la visita del ministro degli esteri cinese Wang Yi. E mentre, all’interno della Santa Sede, si intensificano le voci di una piena disponibilità verso la Cina per la firma del rinnovo dell’Accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi.

« Il Partito comunista cinese sta rubando la tecnologia americana e la sua proprietà intellettuale per costruire il suo potere militare ed economico », sono le parole pubblicate da @USinHolySee, tweet ufficiale dell’Ambasciata, sopra una foto che ritrae il presidente Xi Jinping. Il tweet rilancia un articolo di ShareAmerica che racconta del furto subìto dalla società americana Avago di tecnologie volte al miglioramento delle reti wireless da parte di un dipendente « a vantaggio del governo cinese ». « I funzionari statunitensi – si legge nell’articolo – hanno citato quel furto come un esempio di ‘approccio espansivo’ del Partito comunista cinese al furto di tecnologia e proprietà intellettuale. Il suo obiettivo? Far avanzare il proprio potere militare ed economico e raggiungere il dominio scientifico globale ».

Non è un mistero per nessuno che gli Stati Uniti non vedano di buon occhio le aperture del Vaticano – prima di Benedetto XVI, poi di Francesco – alla Cina. Il tweet scritto dall’Ambasciata americana presso la Santa Sede sembra rispondere alla volontà di informare il Vaticano di chi sia il partner col quale sta per riconfermare un Accordo che significa collaborazione e amicizia. Il Vaticano non si muove per fini politici, ma cerca la riconciliazione e la pace per il popolo cinese e per coloro che sono cattolici. Ma è chiaro che l’apertura verso Pechino suona negli Usa come un endorsement per un Paese che ha anche mire commerciali in Europa e oltre.

A temere Pechino è oggi in particolare Washington. « I media di Stato cinesi e i leader della Cina vogliono che Joe Biden vinca le elezioni americane », ha dichiarato proprio oggi in un tweet il presidente americano, Donald Trump, candidato al secondo mandato contro il democratico Biden. E ancora: « Se questo accadesse (ma non accadrà), la Cina sarebbe proprietaria del nostro Paese, e i nostri mercati azionari in record si schianterebbero letteralmente ».

Le parole di Trump arrivano mentre sale la tensione nei mari cinesi. Questa mattina la Cina ha lanciato due missili nel mar Cinese meridionale, inviando un avvertimento agli Usa dopo che l’aereo spia U-2 è entrato nella no-fly zone senza permesso durante un’esercitazione navale nel mare di Bohai. Secondo il South China Morning Post, che cita fonti vicine ai militari cinesi, uno dei missili, un DF-26B, è partito dalla provincia di nordovest di Qinghai, mentre l’altro, un DF-21D, è decollato dallo Zhejiang. La Santa Sede fa di tutto per tenersi lontano dalla diatribe politiche e dalle logiche di guerra. Ma sullo scacchiere internazionale ogni sua azione è letta anche con altre lenti. Soprattutto in queste ore che la firma del rinnovo dell’Accordo fra Cina e Santa Sede sembra a un passo.

(Paolo Rodari – La Repubblica).  (L’articolo)