Il capo del governo designato della Tunisia, Hichem Mechichi ha presentato alla mezzanotte di oggi la composizione della sua squadra. In una conferenza stampa indetta nella notte a Dar Dhiafa, l’ex ministro dell’Interno ha annunciato un esecutivo di « competenze nazionali », cioè di tecnici non legati ai partiti politici, il cui obiettivo è affrontare le sfide sociali ed economiche più urgenti. In precedenza, Mechichi era stato ricevuto al Palazzo di Cartagine dal presidente della Repubblica, Kais Saied, al quale aveva consegnato la lista dei ministri che verrà trasmessa, a sua volta, al parlamento nelle prossime ore. La composizione del governo comprende 28 membri in tutto, tra cui otto donne. Spiccano nei ruoli chiave, in particolare agli Affari esteri e all’Interno, personaggi molto vicini al capo dello Stato. Da parte sua, Mechichi ha promesso di impegnarsi per garantire che il governo operi in completa indipendenza e in uno spirito di interattività e cooperazione con tutte le componenti del panorama parlamentare e i partiti politici.
Il ministro della Difesa è Brahim Bartag, attualmente direttore della Facoltà di scienze giuridiche, politiche e sociali di Tunisi; è un docente universitario, specializzato in diritto pubblico e diritto amministrativo. Come ministro dell’Interno è stato scelto Taoufik Charfeddine, 50 anni, originario di Menzel Mhiri (nel governatorato di Kairouan); è stato coordinatore della campagna elettorale del presidente Kaies Saied nella regione di Sousse. Il ministro della Giustizia è il professore universitario e consulente internazionale Mohamed Boussetta, già rettore della Facoltà di Giurisprudenza ed Economia di Kénitra. A guidare la diplomazia tunisina al ministero degli Affari Esteri, della migrazione e dei tunisini all’estero tornerà Othman Jarandi, il consigliere diplomatico del capo dello Stato, già ministro dal 13 marzo 2013 al 29 gennaio 2014 sotto il governo di Ali Larayedh.
Come ministro ministro dell’Economia, delle finanze e degli investimenti è stato scelto Ali Kooli. Direttore generale di Bank Abc in Tunisia dal maggio 2010, è stato anche presidente della società algerina Arab Leasing Corporation (Alc) per 3 anni, dal giugno 2016 al giugno 2019. Tra il 2007 e il 2010 è stato amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione di Société Générale Bank Jordan. Kooli si è laureato alla Lyon School of Management. All’Industria, energia e miniere andrà Saloua Seghaier: ex direttore generale del ministero dell’Industria, ex presidente e direttore generale della compagnia di bandiera Tunisair, la Seghaier ha anche diretto la Compagnia tunisina delle industrie di raffinazione.
Mohamed Fadhel Kraiem è stato scelto come ministro delle Tecnologie della comunicazione; Moez Chakchouk, ministro dei Trasporti e della logistica; Kamel Eddoukh, ministro delle Attrezzature, degli alloggi e delle infrastrutture; Leila Jaffel, ministro dei Domini statali e degli affari fondiari; Akissa Bahri, ministro dell’Agricoltura, delle risorse idriche e della pesca; Mustapha Laroui, ministro dell’Ambiente e degli affari locali; Mohamed Bousaid, ministro del commercio e delle esportazioni; Habib Ammar, ministro del Turismo; Fathi Slaouti, ministro dell’Istruzione; Olfa Ben Ouda, ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica; Mohamed Trabelsi, ministro degli Affari sociali; Imen Houimel, ministro delle Donne, delle famiglie e degli anziani; Kamel Deguiche, ministro della gioventù, dello sport e dell’integrazione professionale. Ministro della Salute, Faouzi El Mehdi; ministro della Cultura, Walid Zidi.
Tre personalità chiave, inoltre, saranno i « ministri del capo del governo » (una sorta di sottosegretariato) incaricati dei rapporti con il Parlamento, Ali Hafsi; dei rapporti con gli organi costituzionali, Thouraya Jeribi; del servizio pubblico e della governance, Hasna Ben Slimène. Inoltre, Khalil Chtourou sarà segretario di Stato presso il ministro dell’Economia, delle finanze e degli investimenti, responsabile delle finanze pubbliche e degli investimenti. Ad affiancare il capo della diplomazia tunisina ci sarà anche il sottosegretario di Stato al Ministro degli affari esteri, Mohamed Ali Nafti, direttore generale degli Affari Consolari presso il Ministero degli Affari Esteri, ex ambasciatore tunisino a Seoul, già primo segretario, ministro-consigliere e incaricato d’affari rispettivamente a Riad, Atene e Madrid. Infine, come segretario di Stato presso il Ministro della gioventù, dello sport e dell’integrazione professionale è stato selezionata la giornalista e presentatrice televisiva Sihem Ayadi.
Il primo ministro incaricato Mechichi doveva annunciare la composizione della squadra di governo oggi, 25 agosto, secondo le scadenze previste dalla Costituzione tunisina. Se il suo governo non dovesse ottenere la fiducia in aula, il capo dello Stato può sciogliere l’Assemblea dei rappresentanti del popolo e indire elezioni anticipate entro 90 giorni. Ministro dell’Interno dal febbraio 2019, Mechichi è un alto funzionario pubblico senza affiliazioni politiche. Nato nel 1974 a Bou Salem, nella regione nord-occidentale di Jendouba, e cresciuto nel sobborgo tunisino di Ezzahra, Mechichi ha conseguito una laurea in giurisprudenza e un master in amministrazione pubblica presso la Scuola nazionale di amministrazione tunisina e il suo equivalente in Francia. Dopo la rivoluzione del 2011, è stato membro della Commissione nazionale per le indagini sulla corruzione e l’appropriazione indebita e investigatore capo presso l’Autorità nazionale anticorruzione. In seguito ha servito come capo del personale nel ministero delle Donne, della famiglia e dei bambini; nel ministero dei Trasporti; e nel ministero degli Affari sociali.
A febbraio, Saied ha nominato Mechichi come suo consulente legale e, poco dopo, è diventato ministro dell’Interno del governo di Elyes Fakhfakh. Nessun grande partito ha proposto Mechichi come primo ministro; era la scelta di Saied. La Costituzione prevede che il presidente si « consulti » con i partiti in parlamento, ma non specifica che debba scegliere tra i candidati proposti dai maggiori partiti (in questo caso Fadhel Abdelkafi e Khayam Turki, entrambi proposti dal partito islamico Ennahda e dai liberali di Qalb Tounes). Saied ha sfruttato l’ampio margine di manovra a disposizione per presentare Mechichi, creando a tutti gli effetti un « governo del presidente », piuttosto che un esecutivo di stampo parlamentare. Annunciando la nomina, Saied ha osservato: « Rispettiamo la legittimità (del parlamento), ma è giunto il momento di rivederla in modo che (…) sia un’espressione sincera e completa della volontà della maggioranza ». Si tratta di un chiaro riferimento all’impopolarità dell’Arp, teatro di proteste, risse e spettacoli a dir poco avvilenti e disdicevoli agli occhi dei cittadini tunisini.
Mechichi incarna come lo stesso Saied il ruolo di outsider. Tecnocrate indipendente, l’ex ministro dell’Interno vanta una vasta esperienza nella lotta contro la corruzione, preludio al fatto che questo argomento potrebbe essere al centro dell’azione del suo governo. Del resto, le personalità proposte da Ennahda e Qalb Tounes sono state accusate di corruzione, la stessa accusa che ha fatto cadere il governo del Fakhfakh. Infine, Mechichi sarebbe il primo capo del governo tunisino originario del nord-ovest del paese, una zona relativamente povera rispetto all’area metropolitana di Tunisi e il secondo – dopo Ali Laarayedh – a provenire dalle zone interne del paese e non dalle ricche aree costiere che hanno prodotto la maggior parte dell’élite politica tunisina. Sulla sua popolarità, tuttavia, pesa la scelta di usare il pugno duro contro i disoccupati e i manifestanti nelle zone rurali e industriali della Tunisia.
L’ex ministro dell’Interno ha concretizzato la sua promessa di scegliere un governo tecnocratico, piuttosto che politico, riflettendo in questo l’atteggiamento antipartitico di Saied. Secondo alcuni osservatori, l’esecutivo ha buone possibilità di sostegno parlamentare e di successo, poiché non sarebbe bloccato da lotte intestine partigiane nei momenti di tesa polarizzazione. Se i legislatori non garantiranno la fiducia al governo Mechichi, come detto, Saied ha il diritto di sciogliere il parlamento e indire una nuova elezione entro 90 giorni. Secondo il quotidiano panarabo edito a Londra “Asharq al Awsat”, le tensioni dei partiti sulla forma e sulla natura del nuovo governo si sono allentate: è alto, infatti, il rischio di andare alle elezioni anticipate che, secondo gli ultimi sondaggi, premierebbero il Partito dei costituzionalisti liberi (Pdl) della populista Abir Moussi. (Agenzia Nova)