Le sanzioni statunitensi contro il movimento sciita libanese Hezbollah potrebbero colpire alleati e sostenitori non sciiti del partito guidato da Hassan Nasrallah. Lo ha dichiarato in un’intervista all’emittente «Al Hadath» l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libano, Dorothy Shea. La diplomatica ha accusato Hassan Nasrallah di aver minacciato la stabilità del Libano ed Hezbollah di aver limitato la possibilità di trovare una soluzione alla crisi economica e finanziaria che imperversa nel paese. Shea ha sottolineato che Hezbollah controlla il governo del primo ministro Hassan Diab, sulla cui figura a inizio 2020 hanno trovato un’intesa il partito di Dio e la Corrente patriotitca libera fondata dal capo dello Stato Michel Aoun, ma non i partiti sunniti. Washington sosterrebbe qualsiasi governo riformista non controllato da Hezbollah, ha aggiunto, osservando che tale governo dovrebbe essere composto da esperti e che il governo di Diab non ha ancora realizzato le riforme promesse. Per la diplomatica il «mini-Stato» di Hezbollah sarebbe costato miliardi di dollari al Tesoro libanese. Nell’intervista, l’ambasciatore ha affermato che i libanesi non soffrono a causa delle politiche statunitensi ma per decenni di corruzione dilagante. Shea ha anche affermato che le richieste dei libanesi sono legittime, invitando il governo a rispondere alle richieste fatta dai manifestanti a partire dal 17 ottobre 2019. (NOVA)