Dopo una lunga telefonata con il premier britannico, il presidente degli Stati Uniti d’America parla in conferenza stampa e attacca la Cina per non aver rispettato i patti su Hong Kong. Pronto un pacchetto di sanzioni
La Cina ha «violato i suoi impegni» su Hong Kong, assunti nel 1994 con la Gran Bretagna. L’ha affermato oggi il presidente Usa Donald Trump nel corso di una conferenza stampa dedicata al suo rapporto con la Cina. «La Cina ha sostituito la politica di ‘un paese, due sistemi’ con quella di ‘un paese, un sistema», ha detto ancora Trump, annunciando che la sua amministrazione non considererà più autonoma Hong Kong e «revocherà a Hong Kong» qualsiasi trattamento preferenziale. «L’amministrazione Usa comincerà il processo per eliminare le esenzioni che conferiscono a Hong Kong un trattamento speciale, perché con la stretta di Pechino l’ex colonia britannica non è più autonoma». Le esenzioni finora garantite ad Hong Kong comprendono una «vasta gamma» di accordi, dall’estradizione, al commercio alla tecnologia, ha detto Trump. La Cina, ha detto il presidente Usa, è in «aperta violazione» degli obblighi derivanti dal trattato sull’autonomia di Hong Kong. Inoltre Trump ha annunciato che gli Usa rimanderanno il previsto viaggio del dipartimento di Stato per la regione autonoma, per riflettere «sull’aumentato pericolo di sorveglianza». Un passaggio della conferenza stampa del presidente Trump è stato dedicato anche al coronavirus.«Molte persone sono morte e gravi danni economici sono stati causati per colpa di come la Cina ha interagito con la crisi del nuovo coronavirus», ha dichiarato.
Partono le sanzioni
Trump ha poi annunciato «sanzioni contro i responsabili del partito comunista cinese» a Hong Kong per non aver rispettato l’autonomia dell’ex colonia britannica. Il presidente ha deciso di vietare l’ingresso negli Stati Uniti a «certi cinesi» ritenuti un «rischio» per la sicurezza del Paese. Inoltre Trump emetterà una direttiva per rendere sicura la ricerca nelle università americane. La sua amministrazione intende cancellare i visti di migliaia di studenti universitari e ricercatori cinesi negli USA che hanno legami diretti con università affiliate all’esercito di liberazione popolare.
L’accordo con Johnson
Donald Trump e il premier britannico Boris Johnson hanno concordato di cooperare strettamente rispondendo a qualsiasi azione della Cina che mini la dichiarazione comune tra Cine e Gran Bretagna su Hong Kong. Lo riferisce la Casa Bianca dopo una telefonata tra i due leader. «Trump e Johnson hanno discusso anche dei progressi nei colloqui commerciali tra i due Paesi e della sicurezza nelle telecomunicazioni».
Pechino: «Ogni interferenza è destinata a fallire»
«Qualsiasi tentativo di utilizzare Hong Kong per interferire negli affari interni della Cina è destinato al fallimento». Lo ha dichiarato l’ambasciatore cinese alle Nazioni unite, Zhang Jun, dopo una videoconferenza informale del Consiglio di sicurezza. Durante la sessione, convocata da Washington e Londra a causa della controversa legge sulla sicurezza di Hong Kong approvata dalla Cina, il diplomatico ha invitato «gli Stati Uniti e il Regno Unito a smettere di lanciare accuse infondate contro la Cina».
ONU, le preoccupazioni di USA e GB
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno esortato la Cina a vedere «le legittime preoccupazioni» legate alla situazione a Hong Kong, durante una riunione informale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla controversa legge sulla sicurezza voluto da Pechino. «Questa legge rischia di limitare le libertà che la Cina si è impegnata a rispettare in base al diritto internazionale», ha dichiarato l’ambasciatore britannico Jonathan Allen. «Se attuata, aggraverà le profonde divisioni nella società di Hong Kong», ha aggiunto.
«Seria preoccupazione» dell’Italia, Ue contraria a sanzioni
Farnesina: «Preservare libertà e diritti fondamentali». Per i ministri degli Esteri dei 27 colpire economicamente Pechino «non è la soluzione». Londra pronta a dare la cittadinanza a 315.000 residenti. (Rai News)