«Se rinunciamo anche noi non resterà più nessuno a fare questo lavoro». Lina Atallah rispondeva così due mesi fa a chi le chiedeva perché continuasse a dirigere il giornale on line Mada Masr, «l’unica voce libera rimasta in Egitto» per usare le parole dell’Economist, nonostante le minacce contro la redazione e l’arresto subito da lei stessa e dai suoi collaboratori nel novembre scorso. Atallah è stata arrestata oggi di fronte al carcere di Tora, alla periferia del Cairo, dove si era recata per intervistare Laila Soueif, madre di Alaa Abdel Fatah, il più famoso attivista egiziano, da settimane in sciopero della fame. L’anziana donna da giorni dorme di fronte alla prigione chiedendo di potere portare al figlio abiti e cibo: le sue foto hanno fatto il giro dei social media arabi, acuendo la protesta per la decisione del governo egiziano di vietare da inizio marzo ai detenuti ogni contatto con l’esterno a causa del coronavirus. Per questo Abdel Fatah, il volto delle proteste di piazza Tahrir nel 2011, aveva iniziato lo sciopero della fame. «Lina Atallah passerà la notte in carcere in attesa che vengano discusse le accuse contro di lei», riporta Mada Masr. (Media)