Siria : 16 bambini morti in Libia nelle battaglie contro Haftar

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foto/sicurezzainternazionale

(Roma-13 maggio 2020). Sedici bambini di origine siriana sono morti nel corso delle ultime battaglie nella periferia Sud della capitale libica Tripoli, mentre combattevano a fianco dell’esercito del governo tripolino, altresì noto come Governo di Accordo Nazionale (GNA).

A rivelarlo, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR) in un rapporto del 13 maggio, in cui specifica che il numero di combattenti siriani di età inferiore ai 18 anni ammonta a 150. Anche loro sono giunti in Libia dopo essere stati reclutati ed addestrati dalla Turchia. Quest’ultima è responsabile per aver inviato nel Paese Nord-africano circa 8.700 combattenti di origine siriana per coadiuvare le forze dell’esercito tripolino, sin dal mese di ottobre 2019. Di questi, almeno 275 sono morti in battaglia, mentre altri 3.500 sostano negli accampamenti turchi in attesa di partire.

Gli uomini di origine siriana addestrati da Ankara sono militanti appartenenti alle divisioni di Sultan Murad, un gruppo armato di ribelli attivo nella guerra civile siriana, supportato dalla Turchia e allineato con l’opposizione siriana, di Suleyman Shah e di al-Mu’tasim, una fazione affiliata all’Esercito Siriano Libero, una forza armata che mira a rovesciare il presidente siriano, Bashar al-Assad. Ankara, a detta dell’Osservatorio, garantisce a questi mercenari passaporto turco, incentivi e uno stipendio mensile pari a circa 2.000 dollari.

Secondo quanto riferito dal SOHR il 13 maggio, la Turchia ed i gruppi siriani ad essa affiliati fanno leva sulle condizioni di difficoltà e povertà vissute dalla popolazione siriana per attirare e addestrare giovani e bambini da inviare presso i fronti di combattimento libici. Spesso ciò avviene senza che i genitori e le famiglie delle giovani reclute ne siano a conoscenza. Come documentato, molti dei ragazzi, di età inferiore ai 18 anni, provengono da Idlib e Aleppo e si dirigono verso Afrin, attirati dalle possibilità lavorative offerte loro. Una volta giunti a destinazione vengono però addestrati per combattere contro l’Esercito Nazionale Libico (LNA), guidato dal generale Khalifa Haftar. Basandosi su proprie fonti, il SOHR ha riferito che i 16 bambini sono morti nel corso delle battaglie sugli assi di Salah al-Din, a Sud di Tripoli, di Ramla, nei pressi dell’aeroporto di Tripoli, e di Mashrua’ al-Hadaba, oltre durante i combattimenti verificatisi a Misurata.

Ankara, da un lato sostiene i gruppi di opposizione siriani che cercano di rovesciare il regime di Assad, mentre, dall’altro lato, appoggia il governo di Tripoli, con a capo il primo ministro Fayez al-Sarraj. Tuttavia, tra i combattenti di origine siriana, i leader delle milizie libiche stanziate nella capitale hanno riferito che la Turchia ha inviato più di 4000 foreign fighters a Tripoli e tra questi vi sono combattenti estremisti affiliati a gruppi terroristici. L’ONU ha ripetutamente condannato il flusso di armi e mercenari in Libia. Tuttavia, l’organizzazione non ha ancora accertato i rapporti e le accuse secondo le quali il governo di Serraj e la Turchia starebbero usando estremisti legati all’ISIS e ad al-Qaeda come mercenari.

Il direttore esecutivo del Middle East Center for Reporting and Analysis, Seth J. Frantzman, ha dichiarato che Ankara ha cercato di entrare sempre più in Libia da novembre 2019, dopo aver concluso la sua offensiva nel Nord della Siria. L’obiettivo della Turchia, a detta di Frantzman, è utilizzare Tripoli sia per acquisire i diritti di esplorazione nel Mediterraneo orientale sia per inviare ribelli siriani e rimuoverli dalla Turchia e da Idlib, dando loro una forma di «distrazione» presso nuovi fronti di combattimento.

(Piera Laurenza – sicurezzainternazionale) – (L’articolo)