Italia : Coronavirus, i nuovi eroi d’Europa (La Repubblica)

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(Roma 05 aprile 2020). I leader di tutto il mondo sono arrivati in ritardo di almeno un mese sull’epidemia. Ma medici, anestesisti, operatori sanitari, in Italia e altrove, hanno fatto la loro parte con grande spirito di sacrificio. Ora serve un piano dell’Unione per tutelarli.

di TOMEK ZIOLKOWSKI*

Nel XXI secolo, ai tempi della rivoluzione tecnologica, stiamo affondando nel flusso di informazioni! Stiamo assistendo al più tragico errore dei politici, leader mondiali ed europei. Essi hanno privilegiato le ricerche di mercato, i tweet, i like, i sondaggi a scapito della questione più importante: la ricerca medica.

Nei loro recenti discorsi, la maggior parte dei leader europei ha cercato di seguire, più o meno, il buon piano di Emmanuel Macron. Il presidente francese ha preparato degli sgravi fiscali, un pacchetto di aiuti per imprenditori e dipendenti, ha pensato di prendersi cura dei figli di infermieri e medici, ma ha chiuso gli occhi sulle elezioni amministrative e ha esposto circa 20 milioni di francesi al contagio. Angela Merkel si è esibita con il suo discorso pochi giorni dopo. Boris Johnson ha cambiato idea e ha annunciato che il Regno Unito avrebbe introdotto numerose restrizioni per i suoi cittadini. Anche per Donald Trump, il coronavirus non è più una malattia dei democratici…

Per di più, all’improvviso, dopo mesi di tweet da parte dei leader dei grandi e piccoli partiti europei, si è scoperto che il coronavirus non è né di sinistra, né di destra, né liberale, né d’élite: questo virus è solo tragico. Ma perché tutti i leader sono arrivati con almeno un mese di ritardo nelle loro decisioni ? Perché, pur disponendo dei primi drammatici dati sugli effetti del coronavirus, non hanno introdotto immediatamente le procedure di emergenza già a febbraio ? Tutti erano in ritardo con i loro discorsi, in ritardo con le loro responsabilità… E gli italiani hanno sofferto in solitudine.

A Bergamo, i camion militari hanno iniziato a portare fuori le bare. Per il primo mese l’Europa si è separata dall’Italia che stava chiedendo aiuto. Riconosciuti come modello di professionalità, i medici della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva sono degli eroi. Già all’inizio di marzo, esausti dopo anche quattro giorni senza sonno, scrivevano sistematicamente ai medici di tutto il mondo, analizzavano il coronavirus, trasmettevano i dati e le conclusioni più importanti. Hanno costantemente informato e stanno continuando a informare la comunità internazionale sulla minaccia, in modo che tutti abbiano più tempo per prepararsi e aiutarci a sopravvivere. La sfida più importante per l’Europa e per il mondo di oggi è quella di salvare i medici e gli operatori sanitari, affinché possano salvare tutti noi.

All’interno dell’Unione europea dovrebbe essere immediatamente nominato un capo del comitato di crisi con uno staff che lavori 24 ore su 24 per tutti gli operatori sanitari. Nell’ambito della «Strategia europea in materia di sanità», è necessario un programma speciale di sovvenzioni mediche, realizzate in urgenza per l’intero 2020. In un momento così duro, le conoscenze provenienti dagli ospedali di tutto il mondo possono essere elaborate in un «Centro europeo di informazione medica» efficacemente funzionante, con un metodo unico per raccogliere le informazioni cliniche sui pazienti, la loro reazione a farmaci e terapie. All’interno dell’Unione europea bisogna sviluppare, finanziare e attuare con urgenza un piano per la sicurezza degli ospedali e il potenziamento delle misure di tutela del personale medico.

Dal cibo agli abiti, dagli alloggi ai trasporti, ai sanitari chiamati a combattere il virus devono essere garantite condizioni di sicurezza. A partire dai test quotidiani sul contagio: è inaccettabile che uno dei primari dell’ospedale di Varsavia attenda per 3 giorni il risultato del tampone mentre un politico l’ottiene subito. La sicurezza delle persone che lavorano per la salute è una priorità. Mai prima d’ora è dipeso così tanto da medici così esausti. Loro non hanno tempo per essere in ritardo, per i dibattiti politici, per valutare i sondaggi. Sono loro gli eroi.

* giornalista, produttore, creatore di strategie di investimento nel mercato dei media

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