Un gasdotto utilizzato per trasportare gas dall’Iran alla Turchia è stato oggetto di un’esplosione con conseguente incendio, nella mattina del 31 marzo, che causato l’interruzione dell’esportazione di gas naturale. Per Teheran potrebbe trattarsi di un attacco terroristico. Secondo quanto riportato dal quotidiano arabo al-Arabiya, sulla base di quanto riferito dalla tv di Stato iraniana e dall’agenzia di stampa IRNA, l’esplosione ha interessato il tratto del gasdotto posto sul suolo turco e, in particolare, nei pressi della regione iraniana di Bazargan, al confine con la Turchia, e della regione turca di Ağrı. Il direttore della National Iranian Gas Co, Mehdi Jamshidi-Dana, ha affermato che le attività di esportazione di gas iraniano sono attualmente interrotte e che, solitamente, le operazioni di riparazione possono essere completate in tre o quattro giorni. Per il direttore, l’episodio è stato favorito dall’assenza delle guardie di frontiera turche, che hanno lasciato le proprie postazioni a causa della pandemia di coronavirus.
Al momento, le forze di sicurezza stanno ancora indagando sulle origini dell’accaduto. Da un lato, per la Turchia la causa dell’esplosione è tuttora sconosciuta. Dall’altro lato, i media iraniani hanno evidenziato come il gasdotto sia stato più volte in passato oggetto di esplosioni. Inoltre, per alcune fonti di Teheran è possibile pensare che dietro tale episodio vi sia il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). Si tratta di un’organizzazione paramilitare, sostenuta delle masse popolari del Sud-Est della Turchia di etnia curda, ma attiva anche nel Kurdistan iracheno. Per Ankara, l’Unione Europea e per gli Stati Uniti, il PKK è da considerarsi un’organizzazione terroristica.