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Libia : il coronavirus non ferma la guerra, bombardato carcere di Ain Zara, feriti tra detenuti e personale

La pandemia del nuovo coronavirus Sars-Cov-2 non ha fermato la guerra a Tripoli. Nessuna delle due parti coinvolte nel conflitto, il Governo di accordo nazionale (Gna) del premier Fayez al Sarraj da una parte e l’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar dall’altra, sembra intenzionata a rispettare la tregua umanitaria raggiunta lo scorso fine settimana su pressioni internazionali. La Libia è l’unico paese della regione a non aver registrato casi di coronavirus, fatto abbastanza curioso per un paese circondato da focolai di Covid-19 e che suscita forti dubbi. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha avvertito dei grandi rischi della diffusione del virus in un paese frammentato dal conflitto, attraversato da flussi migratori illegali e con un sistema sanitario disastrato. Intanto il Gna di Tripoli ha accusato una compagnia aerea siriana di aver esposto il paese a rischio contagio trasportando mercenari nella città orientale di Bengasi, roccaforte del generale Haftar. Proprio ieri l’agenzia di stampa governativa siriana «Sana» ha dato notizia del primo caso di contagio da coronavirus in Siria. D’altra parte, il bombardamento avvenuto ieri a colpi di mortaio sulla zona di Ain Zara, nella parte sud di Tripoli, ha colpito anche il carcere locale. Secondo quanto si legge in una nota diffusa oggi dalla polizia penitenziaria di Tripoli, il carcere di Ain Zara è stato colpito e si registra il ferimento di alcuni detenuti e di diversi agenti penitenziari. (Agenzie)

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